Prima della pandemia lo smart working era utilizzato solo dalle grandi imprese, ma l’impatto del coronavirus ha fatto aumentare velocemente il lavoro da remoto e i dati lo dimostrano:
- nelle grandi imprese, il 54% dei dipendenti, in media, ha lavorato da remoto. Se nelle imprese di retail e del manifatturiero la percentuale è più bassa, quasi la totalità dei dipendenti nel settore della finanza e dell’ICT ha lavorato da remoto;
- nelle PMI, il 19% dei dipendenti ha svolto lavoro da casa. Il numero di PMI che ha adottato lo smart working è salito dal 12% al 58%, cioè più di un’impresa su due;
- nella PA, in media, il 58% dei dipendenti ha potuto lavorare da remoto. La spinta è stata data dai provvedimenti governativi che hanno incentivato le amministrazioni ad acquisti digitali, insieme alla DAD.
Se guardiamo i dati nel suo insieme, possiamo dire che le imprese che hanno sperimentato lo smart working prima della pandemia sono riuscite a far lavorare da remoto i propri dipendenti senza difficoltà. Nel 2019 gli smart worker erano circa 570.000, ed è nel 2020 che siamo passati improvvisamente a circa 6.58 milioni (quasi un terzo dei dipendenti italiani).
I dati del 2021 non sono ancora definitivi perché l’anno è in corso, ma possiamo dire che il dato è ulteriormente salito a circa 8 milioni di lavoratori.
Con questi dati in aumento GlobalNet e Il gruppo I-TEAM consigliano alle aziende le giuste operazioni da adottare per proteggere la propria azienda e i loro dipendenti.
Le aziende dovrebbero fornire ai loro dipendenti tutto il necessario per poter lavorare da casa, a partire dal PC; ad esempio, mettendo a disposizione piattaforme in cloud che consentano di lavorare sfruttando la rete in modalità sicura. Serve anche un collegamento VPN con doppia autenticazione, oppure una gestione centralizzata sottoposta a restrizioni di utilizzo, riservando solo quelle necessarie alla mansione o alla competenza del collaboratore.
Ovviamente, non deve mancare un antivirus come Eset e un firewall in azienda, come Fortinet.
Lo smart working non terminerà con la fine dell’emergenza sanitaria: si è rivelato essere un vero e proprio valore aggiunto e porterà con sé importanti prospettive di cambiamento.
Si stima che il numero di persone che continueranno a lavorare in smart working agile si stabilizzerà intorno ai 5,3 milioni. Chissà che il dato non possa salire…