Se ne fa un gran parlare, Metaverso è sulla bocca di tutti ma quanto ne sappiamo veramente? Non tutti hanno le idee chiare, perché fino ad oggi era un concetto impensabile.
Da quando Zuckerberg ha chiamato la holding del gruppo “Meta” (che controlla Facebook, Instangram, Whatsapp e gli Oculos), il fenomeno del Metaverso è esploso promettendo mondi virtuali in cui tutti contiamo di acquistare o usufruire virtualmente di qualcosa. Si prospettano degli spostamenti ed interessi molto forti, soprattutto economici, dal mondo reale a quello dei nostri device.
I “Metaversi” sono mondi paralleli, realtà virtuali simili a quelle dei videogiochi come the Sims, Fortnite o Roblox. Gli utenti tramite i loro avatar potranno interagire tra loro, stringere rapporti e relazioni, oppure teletrasportarsi come ologrammi in ufficio o ad un concerto. L’universo del mondo reale e quello digitale si uniscono, si possono fare acquisti di vario tipo come isole e altre proprietà digitali.
Grazie agli NFT, il possesso dei beni digitali è certificato, l’acquisto avviene utilizzando monete virtuali che si ottengono con denaro reale. Ogni settore riceverà richieste che alimenteranno il nuovo mercato, i costi della produzione verranno azzerati mentre gli introiti diverranno immensi. O almeno è questo che ci si aspetta.
Su Metaverso, hanno puntato e investito vari Brand delle Grandi Firme, che stanno già iniziando a lanciare le proprie collezioni virtuali, aumentando la realtà con l’utilizzo di visori VR e occhiali smart 3d. Un pianeta che intende offrire in una formula ancora più universale rispetto a quella che già conosciamo, la possibilità di raccontare ed esportare il proprio sistema valoriale, il proprio branding e i propri prodotti avvicinandosi sempre di più a quello che sarà il pubblico del futuro, ovvero la generazione Z.
Non è sbagliato creare nuovi punti di contatto, provare anche a capirsi un po’ di più e creare nuovi ponti verso il futuro, ma quali rischi si corrono? L’evoluzione del cyberspazio genererà nuovi modelli di business spostando l’economia reale a quella virtuale, con il rischio di far scoppiare una bolla. Per gli utenti, potrebbe essere alto il rischio di esposizione al monitoraggio costante o di compromissione della sicurezza dei dati.
I più avanguardisti sostengono che un giorno, neanche troppo lontano, la virtualizzazione sarà onnipresente e inevitabile, perché facente parte di uno dei tanti passaggi generazionali. I più avvantaggiati sono sicuramente i giovani: per loro, avere una collezione digitale di qualcosa è naturale. Si tratta di un profondo mutamento in cui si rinnova il concetto d’identità: l’experience immersiva nel Metaverso creerà il medesimo ecosistema emozionale come se fossimo fisicamente presenti. L’esperienza fisica e virtuale andranno completandosi, si parlerà di interattività e di esperienza omnichannel.
L’interoperabilità fra mondi e piattaforme è una delle grandi scommesse di Metaverso e secondo gli analisti di Bloomber Intelligence l’opportunità di mercato è stimata per un valore di 800 miliardi di dollari entro il 2024.
Cosa ci riserverà il Metaverso? Lo scopriremo nel tempo.