Può succedere di dover spostare un sito internet da un dominio o da una piattaforma all’altra con un percorso in gergo detto di “migrazione”. Le motivazioni possono essere molteplici, come un rebranding, la modifica del nome di dominio o il desiderio di un’URL più efficace. Come ci si può trasferire senza compromettere il posizionamento SEO, frutto di sforzi e lavoro costante nel tempo?

La migrazione di un sito web

La migrazione di un sito web è un’operazione delicata, soprattutto quando comporta modifiche strutturali significative o il passaggio a una piattaforma CMS diversa o a un nuovo servizio di hosting. Anche il cambio di dominio può essere una ragione per un intervento così radicale. Tra le varie fasi coinvolte, il mantenimento del posizionamento SEO nella SERP è cruciale e può risultare la sfida più complessa da affrontare.

Seguire queste linee guida aiuterà a mantenere la visibilità online e a garantire una transizione senza grossi problemi. Un calo temporaneo nell’indicizzazione è normale, ma con il tempo, solitamente entro tre mesi, il sito si adatta alle modifiche attuate.

FASE 1. Fotografare lo stato attuale. La registrazione delle prestazioni SEO attuali, inclusi dati sul traffico e backlink, fornisce un riferimento oggettivo per valutare l’impatto del trasferimento.

FASE 2: impostare i reindirizzamenti. L’utilizzo corretto dei reindirizzamenti, in particolare il 301 – Moved Permanently, è fondamentale per preservare il posizionamento SEO durante la migrazione. Creare un elenco delle pagine del sito originale e le relative corrispondenze nel nuovo dominio è consigliato.

FASE 3: informare Google della modifica. Aggiornare Google sulla migrazione attraverso Google Search Console è essenziale per mantenere le informazioni aggiornate.

FASE 4: aggiornare collegamenti e backlink. Verificare e correggere i collegamenti interni ed esterni per garantire un corretto funzionamento del sito. Per i backlink, contattare i gestori dei siti che puntano alla vecchia URL per notificare il cambiamento.

FASE 5: creare una nuova mappa del sito e Robots.txt. Aggiornare il file sitemap.xml e il robots.txt per informare i motori di ricerca sulla struttura del nuovo sito e sulle eccezioni da applicare nella scansione.

FASE 6: personalizzare le pagine di errore. Creare pagine di errore informative come la 404 – Page Not Found per guidare gli utenti in caso di problemi.

FASE 7: fare test approfonditi dopo la migrazione. Dopo aver completato la migrazione e implementato tutte le procedure raccomandate, è fondamentale condurre test approfonditi su diverse pagine del sito per assicurarsi che tutto funzioni correttamente.

Questi test dovrebbero includere:

  1. Velocità del sito: verificare che il sito mantenga prestazioni ottimali dopo la migrazione, in modo da evitare un impatto negativo sull’esperienza dell’utente e sull’indicizzazione SEO.
  2. Controllo degli elementi SEO: verificare che i tag meta, i titoli delle pagine, le descrizioni e altri elementi importanti per l’ottimizzazione SEO siano presenti e correttamente ottimizzati sul nuovo sito.

In ogni caso, se la vostra azienda necessita di migrare il sito web, affidatevi a professionisti come gli esperti dell’I TEAM. Il passaggio sarà indolore.

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