La generazione Z è fortemente dipendente dalle tecnologie e da internet a tal punto da distinguere con difficoltà la realtà fisica da quella virtuale.

Il cyberbullo tormenta le sue vittime online, senza dare tregua, attraverso la strumentalizzazione dei social o delle App che contengono messaggistica e chat. In questi casi, la tecnologia digitale, può causare pressioni enormi sulle vittime, danni irreparabili se i ragazzi vengono abbandonati a sé stessi. In passato i bulli erano soliti perseguitare i compagni di classe e i ragazzi più deboli che avevano a tiro. Chiaramente, le molestie non facevano meno male, ma quantomeno venivano interrotte con la distanza.

Oggi, le vittime sono perseguitate prima a scuola e poi online impattando sulla loro esistenza a 360 gradi. La vittima, non è detto sappia chi ci sia veramente dall’altra parte, le minacce potrebbero provenire da qualsiasi parte del mondo. Tutti possono essere esposti, ma i più giovani sono maggiormente alla mercé di questa tipologia di pericolo.

Questo fenomeno si sta espandendo molto velocemente e non è facile debellarlo, proprio perché la tecnologia è sempre più parte integrante della nostra vita. La tecnologia non è da demonizzare, ci avvantaggia nella vita di tutti giorni, dobbiamo solo imparare a gestire alcune problematiche che dipendono dall’errore umano.

Per questo, dal 2017 in Italia è entrata in vigore la legge 71 che tutela le vittime di cyber bullismo, in cui si prevede un maggiore controllo del web e un maggiore coinvolgimento nelle scuole. Il minore e i genitori hanno diritto a richiedere l’oscuramento del materiale che li riguarda con rimozione del contenuto entro 48 ore. La scuola è tenuta ad assegnare ad un professore il ruolo di referente contro le iniziative di cyberbullismo. Inoltre, sono previste iniziative in cui si sensibilizzano i ragazzi verso un utilizzo consapevole e sano di internet in virtù di prevenzione contro il cyberbullismo.

La tecnologia nel cyberbullismo è il vettore di questo nuovo fenomeno e allo stesso tempo è la soluzione al problema che, come un boomerang, torna indietro proteggendo i più deboli.

Come? Sono state sviluppate APP basate su sistemi AI che tracciano contenuti di messaggi sospetti sugli smartphone dei ragazzi e sulle piattaforme dei social media, avvisando i genitori in tempo reale se il loro bambino viene minacciato. Viene riconosciuto l’atteggiamento degli utenti all’interno del testo, consentendo al sistema di rilevare in modo accurato il bullismo informatico.

Una corretta cultura digitale rimane comunque la prima azione da intraprendere: educare i ragazzi sin da giovanissimi all’uso responsabile della rete e dei social, fare una distinzione netta tra reale e virtuale per limitare i rischi, per non cadere nelle trappole dei bulli.

Gli I-TEAM promuovono la tecnologia ma sono contro i fenomeni che la sfruttano per danneggiare gli altri, fornendo un servizio di rilevazione Cyberbullismo.

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