Da novembre, alcuni utenti italiani dei due grandi social network congiunti nel brand Meta hanno ricevuto la possibilità di passare ad un piano a pagamento.
Nonostante Mark Zuckerberg avesse dichiarato che Facebook sarebbe stato sempre gratuito, questa appare oggi solamente una delle possibilità. La mission aziendale era stata cercare di connettere tutto il mondo con un servizio accessibile a tutti.
Il modello business di Meta è dovuto recentemente scendere a patti con i regolamenti europei che puntano a limitare la raccolta dei dati, come la privacy GDPR, la concorrenza nei mercati digitali (DMA) e nei servizi digitali (DSA).
Cosa sta accadendo
I social network stanno diventando a pagamento attraverso l’adesione ad un abbonamento in modalità “rollout”, ovvero graduale. Meta tiene a sottolineare che gli utenti non sono obbligati ad abbonarsi, ma potranno continuare ad utilizzare i social network gratuitamente, con qualche differenza.
Gli utenti che decideranno di passare al piano a pagamento (rispettivamente al costo di 12,99 euro al mese per chi utilizza i social su smartphone e di 8,99 euro per chi si affida al browser su web) non vedranno le inserzioni pubblicitarie; questo perché, dal punto di vista della privacy e della sicurezza dati, le informazioni personali non saranno più tracciabili e, quindi, utilizzabili ai fini delle inserzioni commerciali.
E chi non si abbona?
Gli utenti che scelgono di utilizzare gratuitamente Facebook e Instagram saranno sottoposti a inserzioni personalizzate, saranno attori passivi che, nel nostro gergo, chiamiamo profilati. Sarà una libera scelta, ma forse non troppo consapevole dei vantaggi e degli svantaggi.
Infatti, l’introduzione dei nuovi abbonamenti ha suscitato molte reazioni ma non tutti gli utenti hanno appunto compreso che chi decida di abbonarsi valuti l’opportunità di eliminare le pubblicità e di proteggere la propria privacy.
Così come molti utenti sono convinti che l’abbonamento sarà reso obbligatorio per tutti. Non è nei piani di Meta ad oggi è facoltativo.
È bene chiedersi se questa novità creerà anche disparità tra gli utenti paganti e non, per esempio rendendo più sicura l’utenza premium e più vulnerabile quella free. Lo scopriremo nei prossimi mesi.
E voi?
Vi abbonate tutelando ufficialmente la vostra privacy o preferite lasciare i vostri dati in cambio di un social network gratuito?